Esiste ancora la sinistra? No la sinistra e' morta...

(di Biagio Mannino) www.ventodinordest.com

Mentre i valori, i principi, le speranze, i sogni, tutto quello che è stato fatto, in un lontano, anzi, lontanissimo passato, sono lì, presenti, fermi di fronte a tutti coloro che li vogliono vedere, la sinistra, quella dei partiti, quella di chi dice di essere di sinistra, quella di chi, alla parola sinistra aggiunge il termine “centro”, perché, forse, di sinistra non ha più niente, ebbene, quella sinistra… è morta!
Morta suicida, nella convinzione che gli elettori, quelli di vera sinistra, la seguissero… a prescindere, sempre, in nome proprio… della sinistra.
Invece no!
Gli elettori hanno detto basta! E lo hanno detto da tanto tempo, da tantissimo tempo.
Alchimie politiche, giochi di palazzo, leggi elettorali stranissime, la riforma costituzionale di Renzi, che, gli italiani, hanno bocciato con forza. E niente per la situazione sociale, che, lentamente ma inesorabilmente precipitava verso quella che è l’Italia di oggi, un Paese sempre più povero, un Paese sempre più lontano dalla politica che, ormai, nella sinistra, non trova più niente… di sinistra.
Ma guai a chi non capisce le lotte della sinistra di oggi!
Quella sinistra che trasforma le “O” in “A”, ma non le “A” in “O”, quella sinistra che grida al fascismo perché Fratelli d’Italia vince le elezioni e rappresenta la nuova speranza, per un’Italia, stanca ed indebolita, che ha conosciuto il Governo Draghi, il Governo dei migliori, con tutti i suoi decreti e voti di fiducia, che ha portato restrizioni a non finire, che ha escluso gli over 50 dal diritto al lavoro assieme ad altre categorie di lavoratori, tra le quali, la sinistra forse lo ha dimenticato, forse troppo impegnata nella campagna elettorale, quella dei sanitari, dove ci sono ancora esclusi dal loro lavoro.
La colpa? Lo sappiamo bene: aver detto NO al vaccino, proprio in nome del diritto inalienabile alla salute ed alla dignità del cittadino.
Era la sinistra che, nel 1946 voleva, anzi, pretendeva e lottava per inserire nel testo costituzionale proprio la parola “lavoro”.
E così, quella nascente Repubblica, democratica, vedeva nel primo articolo della sua Costituzione, Repubblicana, al primo comma, “il” (e non “un”) pilastro dei valori democratici: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Cosa direbbero i Padri Costituenti della sinistra di oggi? Meglio non chiederselo ma, al contrario, chiediamoci che cosa ne sarà delle macerie ancora fumanti della sinistra contemporanea, cosa accadrà, quando vedremo la vera rottamazione di cui Renzi parlava nell’ormai lontano 2015, la rottamazione “veramente vera”, non solo delle persone ma anche di quei principi non più di sinistra e che la sinistra ha e che di sinistra non sono mai stati.
Non vi nascondete dietro la parola “centro”, non vantatevi di lotte che non avete fatto voi, non cercate capri espiatori ai quali addossare responsabilità e, soprattutto, non usate la paura, sì, quella paura dell’altro, che solo perché è “l’altro” significa fine, fallimento, disastro.
Adesso il gioco passa di mano e la responsabilità per Giorgia Meloni è enorme. Enorme perché tutti la guarderanno pronti ad attaccarla, dimenticando, ovviamente, il recentissimo passato, ma tutti, anche chi la critica e la criticherà, necessitano che le speranze divengano realtà concrete per un Paese, l’Italia, alla ricerca dell’ennesimo tentativo di salvarsi e poi rinascere.